Marenghi Vittorio Emanuele III (1902-1923)
I marenghi d’oro che riportano l’effige di Vittorio Emanuele III, come tutte le coniazioni Sabaude, sono di particolare bellezza e pregio e sono rappresentati da tre tipi di monete del valore di 20 Lire con le caratteristiche del 20 Franchi francese, come stabilito dall’Unione Latina del 1865: il 20 Lire denominato “Aquila Sabauda”, la cui emissione fu autorizzata da con Regio Decreto del 7 marzo 1901, l”Aratrice” approvata con R.D. del 1910 ed infine il “Fascetto”, Marengo commemorativo dell’anniversario della marcia su Roma, unico esemplare con la data del 1923.
Un capitolo fondamentale nella storia della numismatica italiana è la monetazione post unitaria di casa Savoia. Essa rappresenta la parte più importante del mercato numismatico italiano grazie a Vittorio Emanuele III, appartenente al ramo Savoia-Carignano della dinastia, che divenne Re d’Italia il 29 luglio del 1900.
Vittorio Emanuele III di Savoia nasce il l’11 novembre 1869 nella ex reggia Borbonica di Capodimonte a Napoli, da Umberto I e Margherita di Savoia, e regnerà in Italia fino al 1946. Era un grande studioso e cultore di numerose discipline ma principalmente è ricordato da tutti come un grande collezionista di monete ed appassionato di numismatica, fatto che gli valse il soprannome di “Re numismatico”. Il suo lungo regno vide due guerre mondiali, il ventennio fascista ed il conseguimento delle maggiori conquiste coloniali. Scrisse fra il 1910 e 1943 il Corpus Nummorum Italicorum, una monumentale opera in 20 volumi rimasta incompiuta, che rappresenta il primo tentativo di un catalogo generale di tutte le monete medievali e moderne nazionali ed ancora oggi fondamentale per lo studio di molte coniazioni di zecche Italiane. Vittorio Emanuele III ci ha lasciato una monetazione ricca e varia, con numerose emissioni per numismatici, e nel Maggio del 1946, prima di imbarcarsi per Alessandria d’Egitto, donò tutta la sua collezione al popolo Italiano, oggi esposta in parte a Roma nel museo nazionale di Palazzo Massimo. Muore il 28 dicembre 1947.